Il 24 luglio 1986 chiudeva per sempre l’inceneritore di San Donnino
Questo sito percorre gli eventi che portarono alla sua dismissione e proietta sul presente della Piana fiorentina (e non solo) molti dei temi che furono alla base del conflitto tra i cittadini e le amministrazioni dell’epoca.
Il primo tema è la periferia degradata che resiste al destino che la grande città le riserva, come luogo marginale e senza una dignità di cittadinanza;
il secondo tema è la rivendicazione del diritto alla salute messa in pericolo dall’incenerimento dei rifiuti. La vicenda dell’inceneritore di S.Donnino racconta che le popolazioni, con le Associazioni e i Comitati, videro immediatamente e con chiarezza il rischio derivato dalle emissioni dell’impianto, e ne documentarono le ragioni. Ad esse le Amministrazioni non prestarono ascolto fino alla fase conclusiva della vicenda quando venne documentato un livello elevatissimo di inquinamento dei terreni circostanti l’impianto.
Non ultimo per importanza è il tema del confronto tra cittadini e loro rappresentanti che nel caso di San Donnino portò i Comuni di Firenze e di Campi Bisenzio a sottoscrivere impegni precisi per il controllo sui rischi dell’inceneritore, per il risanamento della zona e per l’avvio di soluzioni alternative all’incenerimento dei rifiuti, come la raccolta differenziata e il riciclaggio dei rifiuti.
A distanza di molti anni dalla chiusura, indagini scientifiche hanno mostrato drammaticamente la pericolosità degli inceneritori e la loro capacità di danneggiare la salute delle popolazioni dei territori che li ospitano.
Uno studio dell’ Università di Firenze del 2005 ha rivelato un eccesso statisticamente significativo di malattie degenerative nell’area interessata (v.oltre) .
La vicenda qui descritta è stata la base storica della resistenza che, a partire dalla fine dell’anno 2000, indusse le popolazioni della piana, con i comitati e le associazioni, ad una lunga opposizione alla realizzazione di un nuovo inceneritore, conclusasi con successo nell’anno 2018.