Inizia la fase “calda” del conflitto (1980)
ARRIVA IL DIGESTORE DEI LIQUAMI
Il Consorzio per le risorse idriche “schema 23”, che riunisce 23 comuni della piana e della prov. di Firenze, decide di costruire nelle immediate vicinanza dell’inceneritore, l’impianto “digestore” dei fanghi settici. Il Comitato Cittadino per l’igiene ambientale e la Fratellanza Popolare si oppongono alla sua realizzazione: nessuna risposta è stata data ai pericoli dell’inceneritore; la zona è riconosciuta da tutti molto degradata ma gli impegni presi dalle Amministrazioni locali per il suo risanamento non sono stati rispettati. In questo quadro San Donnino non accetta altri impianti inquinanti.
Un documento approvato dal Consiglio comunale nella seduta del 30 ottobre 1980 conferma come “prioritaria la chiusura dell’inceneritore e la sospensione immediata dei lavori di costruzione del digestore” e si dà mandato al Comitato di aprire una trattativa con le amministrazioni per il risanamento del territorio.
Viene organizzato (in novembre) a Firenze un corteo di auto di protesta e lanciato un ultimatum. Con queste pressioni, i primi di novembre, i lavori al digestore vengono sospesi per riprendere, con un nulla di fatto, nel gennaio 1982.