Prime ammissioni (1979)

IL COMITATO DI QUARTIERE: “CHIUDETE SUBITO L’INCENERITORE!”

Il 5 febbraio 1979 la provincia di Firenze dirama un Comunicato che conferma una consistente presenza di diossine nei fumi dell’inceneritore.

Il Consiglio di Circoscrizione di San Donnino con un volantino del 27 marzo 1979 chiede la chiusura dell’inceneritore:

a quasi due anni dal primo allarme anche le ultime analisi condotte lo confermano : la diossina esce dall’inceneritore di San Donnino-il comitato di quartiere ha chiesto alle autorità competenti la chiusura dell’inceneritore“.

In una nota del consiglio di circoscrizione del 28 marzo indirizzata alle amministrazioni locali si legge la eccezionale gravità della situazione e si stigmatizza che si sostenga “che non esiste un pericolo immediato” si rileva che tale affermazione “non tiene conto della estrema tossicità delle sostanze presenti in quantità minime (…) del fatto che le stesse, non essendo biodegradabili, si accumulano nell’ambiente” e che è opinione unanime che non esiste per tali sostanze “alcun limite di tollerabilità”

Riteniamo quindi, come logica conseguenza di quanto detto, che la chiusura dell’impianto inceneritore sia l’unica soluzione per garantire la salute dei cittadini. Tale decisione permetterà di aprire, ….. ,un sereno dibattito sui metodi alternativi di smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Siamo infatti dell’avviso che il metodo del incenerimento deve essere definitivamente abbandonato: non solo perché sicuramente causa di grave inquinamento ma anche in quanto distruttore di materiali contenuti nei rifiuti che possono essere utilmente recuperati

Intanto si susseguono prese di posizione nel mondo scientifico:

Repubblica 20 aprile “scienziati chiedono di bloccarne la costruzione: non bruciate i rifiuti: gli inceneritori creano tante piccole Seveso”

Con una nota del 2 maggio 1979 il sindaco di Firenze risponde al Consiglio di Circoscrizione; il sindaco “evidenzia che gli studi effettuati dai laboratori congiunti di Firenze di Pisa (oggi A.R.P.A.T., n.d.r.) hanno portato a concludere che lo stato attuale delle ricerche consente di ritenere che non esistano motivi specifici ed immediati di allarme sanitario“.

In conclusione si stabilisce di avviare indagini epidemiologiche nell’ambiente circostante l’inceneritore: “doveroso dire che la vostra richiesta di chiusura, sia pure temporanea, dell’inceneritore di San Donnino, non può essere accolta sia per la mancanza di giustificate motivazioni, sia perché l’attuazione del provvedimento da quel proposito provocherebbe rilevanti danni igienico sanitarie nei confronti della popolazione del comprensorio“.

Il Consiglio di Circoscrizione risponde chiamando la popolazione ad un’assemblea per il 18 maggio.

L’Assessore del Comune di Firenze, Ottati, replica polemicamente su La Nazione del 1° giugno.

Intanto il professore Arnaldo Liberti, direttore del laboratorio inquinamenti atmosferici del C.N.R., rende una dichiarazione in cui, a proposito dell’inceneritore, dice: “il pericolo esiste non c’è alcun dubbio; per quanto mi riguarda, io, vicino a un forno non ci starei neanche morto

L’11 luglio La Nazione pubblica un articolo dal titolo: “Necessarie altre analisi sui fumi di San Donnino: non esistono motivi di immediato allarme sanitario, ha detto l’assessore regionale all’ambiente Federigi”

Il 22 luglio, sempre su La Nazione, gli fa eco l’assessore Ottati: conferma che l’impianto di San Donnino è dotato di adeguati strumenti di controllo e non esisterebbero motivi di allarme sanitario. Impegno dell’ASNU per diminuire ancora l’inquinamento.

Il 5 agosto il settimanale L’Espresso pubblica un articolo di Mariella Crocellà dal titolo: E dalle sue ceneri nacque la diossina: a San Donnino un modernissimo inceneritore genera la diossina. Gli esperti minimizzano, la gente insorge.

L’Unità del 16 novembre: “Nessun pericolo di inquinamento da inceneritore di San Donnino” insignificante la quantità di diossina nessuna preoccupazione neppure per l’ accumulo – continua a rimanere sotto controllo”

La Nazione del 9 dicembre: “Paura degli inceneritori”

La Stampa del 28 dicembre: “Diossina il pericolo non si ferma a Seveso: il fumo e le scorie dell’inceneritore rappresenterebbe un grave rischio per la comunità.”.

 

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